Alejandro Medina Y La Pesada – Alejandro Medina Y La Pesada, 1974, Argentina, HARD BLUES, ACID ROCK16/2/2022
di Giovanni Piccinini Alejandro Medina Y La Pesada fu registrato nel 1974 come unico album pubblicato da Alejandro Medina. Nato il 1 novembre 1949 a Buenos Aires, Medina collaborò con ottime band sin da adolescente, arrivando a far parte di un grande gruppo come La Pesada, che includeva alcuni dei migliori musicisti argentini, come Billy Bond (che si occupò della produzione di questo album), Jorge Pinchevsky (al violino) e Norberto Aníbal Napolitano (alla chitarra), conosciuto artisticamente come Pappo, e altri ottimi artisti. Medina registrò quattro album con La Pesada, ma nel suo disco solista, mescolò il delta blues, rock progressivo e ballate sperimentali abbinate a eclettici viaggi di chitarra acida blues con un suono sublime del violino e voci davvero potenti. Alejandro Medina Y La Pesada è un album molto ricercato dai collezionisti, perche rappresenta una rara pietra miliare dell'heavy rock argentino. Il nome La Pesada (che in italiano significa "pesante") fa già comprendere cosa dovremo aspettarci da questo eccezionale gioiello rock sudamericano. di Giovanni Piccinini Band gallese nativa di Cardiff e formata nel 1968 con il nome di Spoonfull, successivamente modificato in Universe. Nel 1971, durante un tour in Norvegia, registrarono e pubblicarono il loro unico album per l'etichetta norvegese `Experience Records` (EXPL 2001). Fecero diversi concerti anche in Gran Bretagna ospitati dagli Yes, Fleetwood Mac, Rory Gallagher, Jethro Tull, Chicken Shack, Man, Black Sabbath e molte altre band dei primi anni '70, da cui traevano anche le loro influenze. Il sound del disco era caratterizzato da un ottimo hard rock con alcuni elementi blues e progressive, simili ai primi Wishbone Ash, Thin Lizzy, Man e Hackensack. La formazione originale della band era composta da Steve, Mike Lloyd Jones (alla chitarra), John Healan (al basso), Mike Blanche (all'organo) e Rob Reynolds (alla batteria). Steve Keeley sostituì Rob Reynolds nel 1970. Il gruppo si sciolse nel 1972, soprattutto a causa dello scarso successo commerciale. L'etichetta discografica "Experience Records" stampò soltanto 300 copie di quest'album, ma le sue vendite furono veramente misere, inoltre la distribuzione avvenne solo nella parte centrale e settentrionale della Norvegia. Per questi motivi tuttora viene ritenuto veramente molto raro. Fortunatamente l'ormai defunta etichetta norvegese Colors decise di ripubblicarlo in Lp, in una bella confezione nel 1991 e stamparlo in circa 1000 copie. A questa si aggiunse un'altra riedizione pubblicata in 500 copie nel 2014, dalla Nemo Records, non riuscendo però a coprire l'importante richiesta degli appassionati, che negli ultimi anni lo hanno riscoperto e fortemente rivalutato. A causa di questa nuova vita dell'album e per lo scarso numero di copie disponibili, anche le ultime riedizioni risultano essere di difficile reperibilità. di Giovanni Piccinini I Freedom erano una band hard rock / psych britannica fondata nel 1967 da due ex membri dei Procol Harum, il chitarrista Ray Royer e il batterista Bobby Harrison. "Through The Years" fu il loro quarto album, originariamente pubblicato per l'etichetta Vertigo nel 1971. Il disco presentava un sound prettamente hard rock con maggiori influenze blues, wah-wah e forti distorsioni di chitarre, sulla linea dei Clear Blue Sky, Budgie e Jodo. Sebbene le radici di "Through The Years" erano ben rivolte verso un hard rock psichedelico, ebbero molte influenze bluesly nella maggior parte delle canzoni di questo disco. di Giovanni Piccinini Gruppo inglese molto valido, che si formò dopo che i singoli componenti risposero ad un annuncio del Melody Make (Magazine del Regno Unito), il più antico settimanale musicale del mondo. Non si hanno molte informazioni sulla storia di questa formazione, considerata tra le più oscure dell'epoca. La band realizzò un demo per la Decca, pubblicato successivamente dalla stessa etichetta. L'album è stato registrato in una sola notte, contiene una raccolta veramente raffinata e variegata di diverse tracce hard blues, soul e con sfumature funk, jazz e musica tribale che fanno da contorno all'ottima voce blues di Cecil James. di Giovanni Piccinini Siamo alla fine degli anni 70 e in quel periodo Chicago era la capitale dell'Urban Blues. Nello stesso periodo, precisamente nel gennaio 1968, Garrett Oostdyk (chitarra), George Faber (voce, armonica), Tabe (basso a otto corde) e J. Michael Powers (percussioni), quattro giovani locali che condividevano una grande passione per il rock, decisero di formare i Finchley Boys. Ormai la febbre psichedelica si era diffusa in tutti gli angoli del territorio americano, cospargendo di follia le strutture musicali più collaudate con distorsioni fuzz heavy - acid blues. I Finchley Boys erano diventati rapidamente una popolare live band nella zona della loro città natale di Champaign, Illinois. Il passo successivo, ovviamente, fu quello di trasferire la loro musica su nastro, eseguendo una sessione che durò fino al mese di Giugno del 1969, Il lavoro della band non si concretizzò immediatamente, ma soltanto nel 1972 (quando ormai il gruppo non era più unito) fu rilasciato il loro primo album "Everlasting Tributes". Everlasting Tributes è un disco di acid rock lisergico con forti influenze blues, tipico dei Cream, Jimi Hendrix, The Kinks, the Animals, Yardbirds, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service e Country Joe & The. Fish. Nella loro musica era possibile tracciare anche un chiaro riferimento a band garage della metà degli anni '60. La loro influenza traeva origini anche da band come i Litter, gli Iron Butterfly e gli Steppenwolf. Nel loro periodo migliore ebbero la grande possibilità di suonare nel famoso Kinectic Playground, dove emersero alcuni gruppi psichedelici come gli HP Lovecraft, gli Haymarket Square, i Bangor Flying Circus e gli Illinois Speed Press. Diverse registrazioni della band (mai pubblicate) circolarono separatamente per diversi anni, in modo non ufficiale, fino al 2010, quando decisero di rincontrarsi e ristampare l'album originale, aggiungendo anche materiale extra registrato nei loro live tra il 1968 e il 1970. di Giovanni Piccinini Primo album omonimo hard blues della band inglese dei Toe Fat, nata nel 1969, una delle tante band prodotta da Ken Hensley. Trattasi di uno dei dischi più potenti dell'epoca, con alcune track veramente notevoli come "That's My Love for You", "Bad Side of the Moon" "Just Like the Rest" o "I Can't Believe" ma tutto il disco merita un ascolto importante. Nota curiosa: la prima cover inglese fu censurata per la presenza di due corpi nudi, che vennero successivamente sostituiti con una pecora. di Giovanni Piccinini Give It Some è un album/compilation pubblicato soltanto nel 1996 con pezzi inediti, dove sono presenti quindici brani registrati dagli Hackensack (e da altri musicisti) tra il 1969 e il 1972, Quindici brani in cui è possibile trovare un ottimo hard rock mescolato al blues, grandi riff di chitarre acustiche e leggeri tocchi di psichedelia. Alla produzione del disco hanno collaborato anche musicisti del calibro di Paul Martinez, noto per aver partecipato a band come Paice, Ashton e Lord; Chicken Shack e Stretch; Ray Smith alla chitarra (Heads, Hands and Feet, Poet and the One Man Band); e Simon Fox alla batteria (Be Bop DeLuxe). Il gruppo inglese fu fondato nel 1969 dal cantante Nicky Moore, ma il primo singolo uscì soltanto nel 1972 con "Moving on". Quasi due anni dopo pubblicarono l'unico album "Up The Hardway". di Giovanni Piccinini Album raro e molto ricercato, originariamente pubblicato dall'etichetta Sceptre nel 1970 e registrato a Memphis nei leggendari American Sound Studios. "Joseph" era Joseph Long o Joseph Longeria, fu scoperto dal produttore dell' album e dall'artista Steve Tyrell. Trattasi di un ottimo mix di blues pesante, hard rock primitivo con chiare influenze psichedeliche. La voce roca di Joseph è potente e selvaggia. Steve Tyrell lo scoprì durante uno di quei duelli di chitarra ("Battle of the Blues Guitars") che erano molto popolari e attiravano folle nei club blues. A causa dello scarso successo commerciale e una pessima promozione, la band si sciolse dopo questo unico album. Glen Spreen (il tastierista) suonò in seguito con Elvis Presley, Dan Fogelberg e Ian Matthews, mentre Joseph scomparve dalla scena musicale. Questo gioiello dimenticato merita di essere riscoperto, soprattutto se si vuole ascoltare un hard blues diretto e di grande impatto strumentale. |