di Giovanni Piccinini Far Canal è il secondo album della band Jody Grind, completamente diverso dal primo, caratterizzato da un mix interessante di hard rock e progressive. L'album è una grande prova di maturità della band, che entra a piccoli passi anche nel campo del jazz, del blues intenso e della musica latina e classica. Da annotare il capolavoro "Plastic Shit" con grandi riff molto duri e "Red Worms and Lice". Tuttavia, la mancanza di un successo commerciale ha costretto i musicisti a impegnarsi in altri progetti, e a lasciare il gruppo senza uno sviluppo successivo. Uno step fondamentale che gli avrebbe permesso (con molta probabilità) di raggiungere un livello ancora superiore. di Giovanni Piccinini Gli Human Beast erano un trio scozzese giovanissimo composto da Gillies Buchan alla chitarra, Edward Jones al basso e John Ramsey alla batteria, con il contributo di un quarto elemento, David McNiven (dei Bread, Love & Dreams), al clarinetto. Il gruppo realizzò un unico album, che può tranquillamente essere collocato al fianco di capolavori come Sacrifice dei Black Widow e l’omonimo debutto dei Black Sabbath. L’esordio risale al 1970, nel periodo d'oro del rock, con forti assonanze psichedeliche e irresistibili venature hard prog. "Volume one" fu un album di chiara influenza hendrixiana, che spaziava da tratti fortemente ritmici, talvolta selvaggi e onirici, fino ad essere catapultati in un mondo oscuro pieno di funesti presagi. La registrazione avvenne in una sola sessione con sovraincisioni minime, ma ottenne ugualmente una produzione impressionante. Il disco non ebbe una grande distribuzione e per questo vendette pochissimo, ma oggi rappresenta uno delle opere più ricercate e maggiormente valutate dai collezionisti. di Giovanni Piccinini L'East End di Londra fu per lungo tempo un terreno fertile per alcune delle rock band di maggior successo della Gran Bretagna. Per ogni gruppo che nasceva come gli Iron Maiden o gli Uriah Heep, proliferavano una schiera di gruppi poco conosciuti, la cui linfa vitale era spesso prodotta soltanto dall'incoraggiamento e dall'entusiasmo generato dal proprio pubblico locale. Altre band spinte da una grande determinazione e dalla estrema fiducia nella loro musica, si adoperarono per ottenere un riconoscimento più ampio e una successiva ricompensa finale; un contratto discografico. Sfortunatamente per molti di questi non si concretizzò granché, specialmente all'inizio degli anni '70, durante un periodo di forte concorrenza. Soltanto la grande determinazione permise agli Slowbone di durare per un decennio. Acclamati come i "Darlings Of The East End" (altra band locale molto conosciuta), potettero suonare la loro musica quasi tutte le sere della settimana, nei circuiti dei pub e dei club della città e fra i loro fans era possibile incontrare anche Gary Moore. Gli Slowbone furono proprio uno dei diversi gruppi inglesi hard prog degli anni 70 di grande qualità, ma che ebbero poca fortuna, anche a causa della scarsa diffusione nazionale, ma soprattutto per l'assenza di un'etichetta che non permise la pubblicazione dei propri lavori. Le origini della band risalgono al 1971, quando il chitarrista e voce Barry Hart, decise di formare un nuovo gruppo sotto il nome dei Torquoise, dal sound fortemente psichedelico. Registrarono anche diversi singoli, ma il loro suono si sviluppò verso altre direzioni molto presto e per questo ebbero alcuni cambiamenti di formazione. Al gruppo si aggiunse il batterista Keith Shepherd, Jeff Peters (in realtà già presente nell'ultimo periodo dei Torquoise) e il tastierista Jim Hunter. In quegli anni ebbero l'opportunità di essere una band di supporto per gruppi come i Black Sabbath, UFO, Fleetwood Mac, ecc. ecc. La prima vera sessione di registrazione degli Slowbone avvenne nell'autunno del 1972, di cui diverse track sono incluse in quest'album. Il gruppo abbandonò le tendenze psichedeliche a favore di un approccio progressivo decisamente più duro, con magnifici riff e sfumature blues, ma purtroppo non riuscì ugualmente a pubblicare alcun Lp. L'album è in realtà una raccolta di singoli, con una seconda parte di track registrate dal vivo. L'edizione contiene brani del 1972 e del 1974, mentre i live furono registrati nel 1973. Il loro prime vinile fu pubblicato soltanto nel 1992! Nel retro della copertina viene indicata una particolare curiosità: "For anybody who didn't know just where Iron Maiden got their notorious mascot Eddie the head from, one look at the front of this album cover should enlighten you!" di Giovanni Piccinini Gli Stack waddy erano una band inglese scoperta dal DJ di Radio One John Peel e prodotti dalla sua etichetta discografica Dandelion Records. "Waddy Bugger Off" fu il loro secondo album, pubblicato originariamente nel 1972. La band era formata da un chiassoso quartetto di Manchester, attivi dalla fine degli anni '60 fino all'inizio degli anni '70. La formazione firmò con l'etichetta Dandelion di John Peel, ed era originariamente composta da John Knail, Mick Stott, Stuart Banham e Steve Revel (sostituito da John Groom nel secondo album). "Decisi di produrre una band chiamata Stack Waddy, che vidi suonare a Manchester. Durante le loro prestazioni riuscirono a svuotare completamente l'edificio. La gente li odiava così tanto perché il loro sound era davvero devastante, quasi insopportabile. Svuotarono una sala molto grande in pochissimo tempo e fu in quel momento che pensai: "Questa è la band che fa per me". Registravano quasi tutto dal vivo, niente sovraincisioni, niente modifiche tecniche, ma non erano una band con cui era facile lavorare.. erano un gruppo veramente repellente. Mi piacevano davvero molto, ma cercai sempre di tenerli a debita distanza. Vennero a stare con me una volta, quando vivevo ancora a Londra, non mi ripresi mai da quell'esperienza. Volevo fargli suonare del nuovo materiale, che forse avrebbero potuto registrare la prossima volta in studio. Riuscirono soltanto ad essere estremamente ubriachi e a svenire continuamente sul pavimento... Erano un gruppo brutale e sinceramente non ho idea dove siano finiti adesso" (John Peel) Pubblicarono due album (nel 1971 e nel 1972) e un 45 giri prima di sciogliere il gruppo nel 1973. Nella loro storia si sono riuniti diverse volte, l'ultimo incontro è avvenuto per registrare il film biografico in DVD della Dandelion Records, nel luglio 2007. Questa versione include anche la "perduta" BBC Peel Session del 1972 come bonus track. di Giovanni Piccinini I Freedom erano una band hard rock / psych britannica fondata nel 1967 da due ex membri dei Procol Harum, il chitarrista Ray Royer e il batterista Bobby Harrison. "Through The Years" fu il loro quarto album, originariamente pubblicato per l'etichetta Vertigo nel 1971. Il disco presentava un sound prettamente hard rock con maggiori influenze blues, wah-wah e forti distorsioni di chitarre, sulla linea dei Clear Blue Sky, Budgie e Jodo. Sebbene le radici di "Through The Years" erano ben rivolte verso un hard rock psichedelico, ebbero molte influenze bluesly nella maggior parte delle canzoni di questo disco. di Giovanni Piccinini Gruppo inglese molto valido, che si formò dopo che i singoli componenti risposero ad un annuncio del Melody Make (Magazine del Regno Unito), il più antico settimanale musicale del mondo. Non si hanno molte informazioni sulla storia di questa formazione, considerata tra le più oscure dell'epoca. La band realizzò un demo per la Decca, pubblicato successivamente dalla stessa etichetta. L'album è stato registrato in una sola notte, contiene una raccolta veramente raffinata e variegata di diverse tracce hard blues, soul e con sfumature funk, jazz e musica tribale che fanno da contorno all'ottima voce blues di Cecil James. di Pino Ninni Lifeblud fu una band di folk progressivo composta da Roger Knott (voce, chitarra), Rob Burns (basso) e Alan Culley (batteria). La band si formò nella cittadina inglese di Hemel Hempstead con l'incontro tra Roger Knott e Rob Burns il quale chiese al suo amico batterista Alan Culley, che aveva precedentemente suonato con lui in una band blues, di fare parte del progetto; Lifeblud si formò così nel 1969 creando uno stile unico di acid folk con elementi progressivi come mezzo musicale ideale per voci con un'aria di rassegnata malinconia e testi che si collegano ad una comprensione mistica e rispetto per la natura. Nei primi anni 70 il gruppo registrò un album acetato di 10 canzoni presso lo studio Trusound a Shefford, Bedfordshire in una unica session giornaliera e solo tre copie furono stampate, una per ogni membro della band, Rob avrebbe tenuto il nastro con il missaggio originale. Purtroppo il nastro andò perso anni dopo e solo Rob Burns conservava una copia in buone condizioni dell'acetato che fu usato con l'autorizzazione e consenso della band, dalla Seelie Court records per rendere oggi finalmente accessibile questo capolavoro di acid folk progressivo; l'acetato originale ha oggi un valore di oltre 3000 sterline. Con molta sorpresa misteriosamente nel 2018 spuntó fuori su ebay un'altra copia in cattive condizioni dell'acetato e fu acquistata dal manager di una etichetta inglese, due tracce, "Waxing of the Moon" e "Bridge" furono usate così dalla Cherry Red Records per una raccolta in CD di folk progressivo. Lifeblud registrarono un secondo acetato presso lo stesso studio Trusound verso la fine degli anni 70 ma purtroppo sparì nel nulla e ad oggi rimane ancora un mistero. di Giovanni Piccinini I Charge erano un power-trio britannico nato dalle ceneri delle band heavy-blues locali della South Coast inglese, Baby Bertha e Sweet Poison. Il gruppo era composto da Dave Ellis ( alla chitarra), Pete Gibbons (alla batteria) e Ian Mclaughlin (al basso). Il loro sound si sviluppava prettamente sulla scia di una psichedelia pesante, ed era influenzato da artisti e da band come Jimi Hendrix, i Cream, i Free, e i Fleetwood Mac di Peter Green. Nel 1973 incisero un album demo negli studi SRT di Luton (in Inghliterra), stampato in 99 copie prive di copertine e successivamente distribuite tra familiari, amici e ad alcune case discografiche, per quello che si rivelò un tentativo fallito di ottenere un contratto discografico. La storia di questa band è rimasta sconosciuta fino agli inizi degli anni 90, quando un appassionato interessato ad avviare un etichetta discografica, specializzata in ristampe di dischi oscuri, riuscì a trovare una copia del disco dei Charge. Senza avvertire i suoi membri, decise di produrre una ristampa omettendo i crediti e altri particolari che potevano indurre ad un rintracciamento della band. L'album fu stampato in poche copie, ma le vendite furono considerate abbastanza buone, tali da giustificare l'uscita di un Cd, uscito in commercio nel 1995. I membri della band non furono avvertiti neanche questa volta. Nel 2010, Ian Mclaughlin decise di visitare una fiera di dischi e cercando tra gli scaffali si trovò davanti ad un bootleg (da 15 sterline), trovando sulla sua copertina lo stesso nome della sua vecchia band. Fu ancora più sorpreso quando girando la stessa, scoprì che i titoli delle canzoni erano identici a quelli che lui, Dave e Pete avevano registrato in uno studio di Luton, quasi quarant'anni prima. Ma le sorprese non finirono, infatti il titolare della bancarella dichiarò di essere un membro di questa band, con cui aveva registrato il disco. Da questo incredibile incontro nacque la prima ristampa ufficiale dell' unico album dei Charge, esattamente quarantasei anni dopo la stampa di quel demo originale. L'album è stato messo in commercio nel 2019, dall'etichetta Sommor. Finalmente uno dei tesori nascosti della scena underground britannica dei primi anni Settanta, aveva ricevuto il suo meritato riconoscimento! di Giovanni Piccinini Ginhouse era un band hard prog di Newcastle composta da Stewart Burlison (basso, voce), Geoff Sharkey (chitarra, voce) e David Whitaker (batteria). Il gruppo aveva uno stile molto simile ai primi Jethro Tull, Wild Turkey o Humble Pie, con forti influenze blues e folk. Il disco fu registrato con poche risorse economiche e per questo motivo non ebbe una grande distribuzione. Questo ovviamente causò anche uno scarso successo commerciale. La band inglese si sciolse nel 1972. di Pino Ninni Barnabus si formò nel 1970, a Leamington Spa, nella regione del West Midlands/Warwickshire nel Regno Unito e fu attiva tra gli anni 1970-1973. Quando la band di cover pop Jay Bee Kay Peys si sciolse, il chitarrista John Storer e il bassista Keith Hancock, chiamarono ad unirsi a loro il batterista Tony Cox della Rockin ’Chair Blues Band, anch'essa recentemente defunta. Barnabus iniziarono a suonare cover di band come Black Sabbath, Trapeze, Deep Purple, solo per citarne alcuni, ma in poco tempo decisero di scrivere i propri pezzi con l'aiuto di un giovane paroliere / poeta chiamato Les Bates. Suonarono in tutta l'area locale e a Londra e furono il gruppo di supporto per diverse band "famose" dell'epoca - Man, Edgar Broughton band, Trapeze. Durante quel periodo si costruirono una buona reputazione e registrarono un acetato doppio di materiale heavy rock psichedelico alla fine del 1971 che non vide mai la luce fino ad oggi......"Beginning to Unwind" rimase un album inedito per tutto questo tempo. Dopo diversi anni di ricerche approfondite l'etichetta Rise Above Relics riusci a trovare i membri e i nastri analogici originali, che furono accuratamente restaurati per una riproduzione ottimale. Ai loro tempi, Barnabus ricevettero il sigillo di approvazione da Ozzy Osbourne e Tony Iommi, quando li giudicarono vincitori nella competizione regionale di un concorso nazionale per il leggendario giornale di musica britannico, Melody Maker, nel 1972! La band alla fine si sciolse un anno dopo. |