di Pino Ninni Kuni Kawachi tastierista, cantante, compositore e arrangiatore nacque nel 1940 a Fukuoka e fu leader della band pop/psych giapponese Happenings Four. Nel 1970 fece uscire questo meraviglioso album "Progressive/Psychedelic" con il supporto di alcuni suoi amici tra i quali il cantante Joe Yamanaka e il chitarrista Hideki Ishima membri della famosa band giapponese Flower Travelling Band, l'album fu intitolato Kirykiogen e creditato come Kuni Kawachi & His Friends ed è ad oggi un importante manifesto al rock underground progressivo/psichedelico giapponese ed ha tutti gli elementi per essere definito un album di culto; il brano di apertura intitolato per l'appunto Kirikyogen è strepitoso con una "acid fuzz guitar" che vale tutto il disco (should be played loud)......gente, questo è da avere! di Giovanni Piccinini I Jam si formarono a Neustadt an der Donau, una piccola cittadina a circa 30 minuti da Ratisbona, dove vivevano anche Oswald e Herbert, che all'epoca erano davvero molto giovani. I ragazzi si incontrarono a scuola, nel loro periodo in cui tutti i componenti erano fortemente influenzati dai Cream, Jimi Hendrix, i Black Sabbath e i Free, Durante i loro spettacoli eseguirono diverse cover di canzoni di quegli artisti, ma scrissero anche due tracce originali, "Friends" e "World is Satisfied". Registrarono queste tracce in uno studio a Monaco nel 1970, dove pubblicarono il loro unico singolo. Il concerto più importante, che li videro protagonisti, fu al pala ghiaccio di Ratisbona, dove aprirono per Hardin & York e Frumpy davanti a 2.000 persone di Jody Minelli I Fat erano un gruppo heavy psych/blues rock statunitense, dai contorni duri e con una voce solista davvero profonda che ricordava gli Ellison, i Fraction, gli Damnation of Adam Blessing. La formazione era composta da James Kaminski e Michael Benson alle chitarre, Guy De Vito al basso e William Benji Benjamin alla batteria. L'album di debutto fu registrato nel 1970 con la RCA Victor Records, presentando un sound che risultava davvero notevole all'ascoltatore, con i riff di chitarra molto energici e morbidi allo stesso tempo, il giusto mix tra il classico sound hard rock dei primi anni 70, unito a deliziose punte melodiche che li contraddistinguevano e che venivano molto apprezzati dai fans dell'epoca e non solo. Andarono in tournée e aprirono i concerti di numerosi gruppi ben noti dell'epoca, tra cui gli Allman Brothers e The Paul Butterfield Blues Band, mentre suonavano in luoghi storici come il Madison Square Garden, Fillmore East e lo Strawberry Fields nel Festival del 1970. L'eccellente lavoro di chitarra e alcuni arrangiamenti creativi ne ricordavano molto i Quicksilver, di metà periodo. Nel 1976 sfornarono il secondo ed ultimo lavoro che purtroppo fu susseguito da varie brutte situazioni e attriti tra i membri del gruppo e il management. Questo portò ad ad un cambio del sound che non fu molto apprezzato dai fans. Dopo una lunga pausa, sono tornati nel 2020, grazie ad una importante reunion richiesta dai fans, per il loro cinquantesimo anniversario dall'uscita del primo disco. di Giovanni Piccinini I Red Dirt sono stati una band hard blues formata intorno al 1968 (nell'East Riding of Yorkshire - Inghilterra), e composta da Dave Richardson (voce e chitarra), Steve Howden (chitarra, voce e piano), Ken Giles (basso) e Steve Jackson (batteria). La loro reputazione era riconosciuta soprattutto nei club e nei locali del Nord dell'Inghilterra. L'album uscì nel 1970, distribuito dall'etichetta Fontana, ma non ebbe un grande successo commerciale, infatti vendette soltanto qualche centinaia di copie. "Suonammo per anni all'interno del circuito flower power e blues dei locali. Penso che il live più importante sia stato quando aprimmo il concerto dei Free alla Manchester University, dove c'erano molte persone. La band attirò l'interesse dell'etichetta Morgan Blue Town, per la quale firmarono da li a poco. I Red Dirt andarono in studio con il produttore Geoff Gill. "Registrammo l'album nei Morgan Studios di Londra", ricorda Howden, da mezzanotte fino al mattino seguente, circa dodici ore di fila Avvenne tutto molto velocemente, l'album fu pubblicato soltanto in Inghilterra, da una concessione della Morgan all'etichetta Fontana, che pubblicò Red Dirt nel 1970 "Nel disco era possibile notare l'influenza del periodo migliore dei Doors, Captain Beefheart e The Magic Band. A Dave piacevano molto i Captain Beefheart, e lo si comprendeva bene nei suoi approcci, seppure tutta la band era determinata a produrre materiale proprio. L'album era un mix di heavy rock blues nichilista, intriso di armonica e chitarra slide" In un'intervista alla rivista Record Collector, il chitarrista Steve Howden dichiarò: "La band firmò con la Morgan Blue Town, dopo un percorso durato diciotto mesi. Non era prevista alcuna promozione dalla casa discografica, all'epoca la parte commerciale di questi dischi non veniva minimamente supportata”. e aggiunse "“Penso che sia davvero bello che quest'album valga così tanto, ma fatico a comprendere che non ne trarrò mai un soldo. Ho dedicato molto tempo della mia vita per niente. Ho lasciato il mio lavoro per dedicarmi completamente a quella band. Scoprire che ci sono persone che stanno facendo soldi per un lavoro su cui io non ho ricevuto nulla quarant'anni fa, mi fa un po' arrabbiare. Posseggo una copia originale, ma non l'ho avuta all'epoca perché ero al verde - non potevo permettermela! Per quanto i soldi siano allettanti, non la venderei mai perché è l'unico materiale che mi è rimasto della band"". La maggior parte della formazione era ancora giovane, non avevano alcuna esperienza, la scarsa promozione e l'indifferenza dell'etichetta non permisero la diffusione di questo grande album britannico degli anni '70. Rimane il grande lavoro che i quattro giovani hanno lasciato agli ascoltatori, un eccellente album heavy blues che continuerà ad essere ricordato, da chi nel tempo ne ha apprezzato sempre di più le qualità. di Giovanni Piccinini Cinderella è stato un power trio danese dei primi anni '70, il cui sound non aveva nulla a che vedere con il progressive, come suggerito dalla copertina. Riuscirono a pubblicare soltanto un singolo The Sandbox Series nel 1970, registrando anche del materiale per un album, ma che non ricevette mai una pubblicazione. Nel 1972 i master tapes vennero persi quando la Spectator Records fu rasa al suolo da un incendio. Da quel rogo riuscirono a salvarsi soltanto altri materiali di band Danesi, come i Moses, Days, Blues Addicts e Terje, Jesper e Joachim. L'album dei Cinderella venne riscoperto dal nulla nel 1990, quando un gruppo di studenti di musica stava svolgendo una ricerca sulle band rock danesi del periodo, e grazie a questo fu ritrovato anche il loro materiale. Da quella scoperta nacque la prima pubblicazione (non ufficiale) dell'album dei Cinderella, come Danish Progressive Rock 1970, esattamente 20 anni dopo le registrazioni. Il disco è un must heavy blues davvero solido, con ottime voci soliste e chitarre roventi, un mix tra Blue Cheer, Hendrix e Vanilla Fudge. Nel 1971 riuscirono a registrare un secondo album a Copenaghen, con il produttore Pete Quaife. Purtroppo anche questo materiale non fu pubblicato subito, ma soltanto dal 2006, quando riuscì a vedere la luce grazie alla Karma Music. di Giovanni Piccinini Nel 1968, il chitarrista inglese Rod Roach, precedentemente membro dei London e degli Andromeda (in sostituzione di Du Cann), formò una nuova band chiamata Horse con il cantante Adrian Hawkins. Successivamente a loro si unì il batterista Steve Holley (di appena 15 anni), ex dei The Formula, e il bassista Colin Standring, ex Kit & The Saracens & Jimmy Brown Sound. Già nel 1969 il nuovo quartetto trascorse la maggior parte del loro tempo insieme, iniziando a scrivere canzoni originali da presentare ai propri concerti. Il loro talento arrivò alle orecchie della RCA records, con la quale firmarono il loro primo contratto. Tuttavia, Steve Holley fu messo alla porta poco dopo la firma del contratto, per essere sostituto alla batteria da Ric Parnell (Atomic Rooster). La band registrò il loro primo album di debutto nella primavera del 1970, a cui seguì la pubblicazione del vinile, caratterizzato da una sorprendente copertina, che riportava l'illustrazione di un cavallo alato (con ali di pipistrello) dall'aspetto satanico disegnato da Roger Wooton dei Comus. Il sound dei Horse era vicino al lato più pesante dei Black Widow e dei Steel Mill, tralasciando l'uso degli strumenti a fiato che in quest'album non compaiono. Nella primavera del 1971, Colin Standring fu licenziato dalla band, mentre Parnell decise di andarsene di sua spontanea volonta. Questo causò la fine della loro breve storia, insieme a tutto il resto della band. Parnell registrò successivamente un Ep chiamato "Waiting For The Moon" con la band HORACE, prima di formare i MATCHSTICK MEN. Un progetto che si rivelerò di breve durata, in quanto decise di ricongiungersi da li a poco agli Atomic Rooster, con i quali registrò l'album "Made In England" e "Nice & Greasy". Hawkins e Roach decisero di ricominciare tutto da capo, abbandonando il nome Horse e formando una nuovissima band di cinque elementi chiamata SATURNALIA. di Giovanni Piccinini Registrato direttamente da un loro live, il materiale della Egor band rimane uno dei lavori più oscuri degli anni 70. Pochi erano a conoscenza della sua esistenza, fino a quando nel 2009 è apparsa una foto su internet. "Street" fu pubblicato per la prima volta all'inizio del 1971, da una private press contenente una compilation di ottime band dell'East di Londra. Durante uno dei tanti concerti al pub Plough & Harrow a Leytonstone nel 1970, un uomo sconosciuto si avvicinò a loro, chiedendo se poteva registrarli e successivamente inserirli nella sua compilation di artisti locali. Si trattava di un promotore londinese che stava pianificando di stampare circa 100 copie dell'album. La settimana successiva tornò al pub per registrare il loro live, con un paio di microfoni da sala e un registratore a bobina. Regalò una copia dell'LP della Odd socks ad ogni membro della band, per poi scomparire senza lasciare traccia. Gli Egor nacquero nel 1969 con Mike Foster (20 anni) e Nick Diss (17 anni). I due si sono incontrarono ad un live, in un pub dell'East di Londra, dove Nick e John Flyte (30 anni, futuro cantante degli Egor) si stavano esibendo con la loro band blues. Successivamente si unirono per formare una band heavy rock. Pubblicarono un annuncio su Melody Maker per cercare un chitarrista, trovando poco dopo il giovane e brillante Eric Taylor di 16 anni. Il nome della band derivava da un errore di ortografia involontario del personaggio Igor dei Frankenstein. Per far conoscere la loro band, decisero di timbrare la scritta EGOR in tutta Londra, sui muri, sui pali dei lampioni, e sui marciapiedi! Suonarono in diversi club locali come il White Elephant Club a Bayswater, il Bridge House a Canning Town e il Rainbow Rooms a Manor House. Contro ogni previsione, alla fine del 2019, sono state recuperate altre due tracce di Egor. "Ero in continuo contatto con Mike Foster, sia per conoscere la storia degli Egor, ma soprattutto per chiedere informazioni sulla presenza del loro nastro. Alla fine, Mike e Nick trovarono una cassetta doppiata dalla bobina originale (ora perduta) da 4 pollici. La cassetta conteneva la registrazione parziale dell'esibizione dal vivo. Grazie a questo ritrovamento siamo riusciti a recuperare anche queste due fantastiche tracce "The Worm" e "Fathers Of America". La fedeltà dell'audio era comprensibilmente approssimativa, in quanto si trattava di una cassetta doppiata da un'esibizione dal vivo. Tuttavia, eravamo determinati a restaurare queste reliquie, per far emergere le migliori versioni possibili. Questa nuova scoperta ha confermato che la realizzazione di "Street" non è stata soltanto un colpo di fortuna, anzi possiamo tranquillamente dire che queste due tracce portate alla luce, consolidino il posto degli Egor tra i primissimi mega gruppi heavy rock del periodo". (Adam Bennati). di Giovanni Piccinini I Warpig si riunirono nella piccola città di Woodstock nel 1968, appena fuori Toronto, quando il cantante e chitarrista Rick Donmoyer, il tastierista/cantante Dana Snitch, il bassista Terry Brett e il batterista Terry Hook, iniziarono a provare il loro sound ancestrale all'interno del seminterrato della casa di Hook, con risultati già da subito sorprendenti. Il loro mood unico era composto da progressioni di accordi e riff metal, accompagnato da un uso massiccio dell'organo. I Warpig attirarono subito l'attenzione dei fan da tutto l'Ontario, per poi firmare rapidamente con la Fonthill Records alla fine del 1968. Continuarono a suonare nel circuito locale, mentre scrivevano materiale originale, finanziando la registrazione del loro primo LP, con l'importante aiuto del produttore Robert Thomson. L'album vide finalmente la luce in Canada, nella primavera del 1970 (ristampato successivamente nel 1973 dalla London Records). Il disco era un concentrato di pura potenza e forti influenze da Chet Atkins ai Black Sabbath fino ai Deep Purple. Da sottolineare le forti assonanze del loro brano "Rock Star" proprio con "Fireball" dei Deep Purple. Ottennero sin da subito un buon successo commerciale, grazie soprattutto alla pubblicazione dei singoli "Rockstar" e "Flaggit" in alcune radio canadesi. Entrambe le "track" incarnavano un suono davvero originale per l'epoca, definibile come un precursore dell'heavy metal. Riuscirono a suonare in diversi spettacoli live, ma dopo un susseguirsi di problemi legati alla mala gestione della casa discografica e dall'incertezza per il loro futuro, i Warpig si sciolsero nel 1973. di Jo Van Knee Il primo disco dei Sabbath venne pubblicato nel Regno Unito nel febbraio del 1970. Il disco dei Warpig uscì in Canada nell'Aprile del 1970. Dubito fortemente che fossero dei geni dotati di poteri magici, per riuscire ad organizzarsi in meno di 2 mesi, copiarne lo stile e registrare un disco. Inoltre i Warpig si formarono a Toronto nel 1968, mentre i Sabbath si riunirono nel 1969. Il nome del gruppo è un po' inquietante se rapportato al famoso pezzo dei Sabbath, visto che i Warpig lo scelsero un anno prima della nascita della famosa band inglese. di Giovanni Piccinini Far Canal è il secondo album della band Jody Grind, completamente diverso dal primo, caratterizzato da un mix interessante di hard rock e progressive. L'album è una grande prova di maturità della band, che entra a piccoli passi anche nel campo del jazz, del blues intenso e della musica latina e classica. Da annotare il capolavoro "Plastic Shit" con grandi riff molto duri e "Red Worms and Lice". Tuttavia, la mancanza di un successo commerciale ha costretto i musicisti a impegnarsi in altri progetti, e a lasciare il gruppo senza uno sviluppo successivo. Uno step fondamentale che gli avrebbe permesso (con molta probabilità) di raggiungere un livello ancora superiore. di Giovanni Piccinini Gli Human Beast erano un trio scozzese giovanissimo composto da Gillies Buchan alla chitarra, Edward Jones al basso e John Ramsey alla batteria, con il contributo di un quarto elemento, David McNiven (dei Bread, Love & Dreams), al clarinetto. Il gruppo realizzò un unico album, che può tranquillamente essere collocato al fianco di capolavori come Sacrifice dei Black Widow e l’omonimo debutto dei Black Sabbath. L’esordio risale al 1970, nel periodo d'oro del rock, con forti assonanze psichedeliche e irresistibili venature hard prog. "Volume one" fu un album di chiara influenza hendrixiana, che spaziava da tratti fortemente ritmici, talvolta selvaggi e onirici, fino ad essere catapultati in un mondo oscuro pieno di funesti presagi. La registrazione avvenne in una sola sessione con sovraincisioni minime, ma ottenne ugualmente una produzione impressionante. Il disco non ebbe una grande distribuzione e per questo vendette pochissimo, ma oggi rappresenta uno delle opere più ricercate e maggiormente valutate dai collezionisti. |